Security

Travel Security: la sicurezza in viaggio tra obblighi, strategie e cultura aziendale

05 May 2025

In un'epoca in cui il mondo è sempre più interconnesso e le frontiere del business si estendono ben oltre i confini nazionali, viaggiare per lavoro è diventata una prassi diffusa e, spesso, imprescindibile. Manager, tecnici, consulenti e altri professionisti si spostano continuamente, partecipando a incontri, supervisionando progetti, esplorando nuovi mercati. Tuttavia, dietro la naturalezza con cui oggi si prenota un volo o si parte per un viaggio di lavoro, si cela una realtà complessa e, talvolta, sottovalutata: quella della Travel Security, ovvero la sicurezza dei viaggi aziendali.

Un concetto che va oltre la logistica

Quando si parla di Travel Security, si tende erroneamente a pensare a una questione puramente logistica: scegliere voli affidabili, prenotare hotel sicuri, evitare determinati quartieri. In realtà, si tratta di un ambito strategico e multidimensionale, che abbraccia tematiche di sicurezza fisica, tutela sanitaria, prevenzione dei rischi geopolitici, gestione delle emergenze e, soprattutto, responsabilità legale e morale da parte dell’azienda.

La Travel Security è infatti un'attività di valutazione e organizzazione, che consente a ciascuna impresa di valutare i rischi potenziali associati a un viaggio, mitigarli il più possibile, preparare il personale ad affrontare situazioni impreviste e garantire, in ogni momento, un canale di comunicazione e assistenza. È un processo che inizia ben prima della partenza e che termina solo al sicuro ritorno del dipendente.

Rischi reali, non solo teorici

Pensare che la sicurezza in viaggio sia un tema secondario, o peggio ancora un costo da contenere, significa ignorare i numerosi fattori di rischio che possono compromettere non solo l’incolumità del dipendente, ma anche la stabilità operativa e reputazionale dell’intera organizzazione.

In determinati contesti geografici, il personale può essere esposto a minacce concrete: instabilità politica, criminalità organizzata, terrorismo, disastri naturali, pandemie e carenze sanitarie. Anche determinate mete, normalmente considerate “sicure”, possono diventare improvvisamente teatro di crisi e disordini improvvisi, in seguito a eventi imprevisti. Basti pensare a crisi sanitarie globali, a manifestazioni violente, a blackout dei sistemi di trasporto. In altri casi, i pericoli sono più nascosti, ma non meno significativi: furti di dati sensibili, cyberattacchi durante l’utilizzo di reti non protette, truffe ai danni di stranieri oppure, semplicemente, difficoltà nel reperire assistenza medica di qualità.

L'obbligo (non solo morale) dell’impresa

Nel contesto delineato, la responsabilità dell’azienda è chiara e non negoziabile. Esiste un principio giuridico internazionale noto come “duty of care”, ovvero l’obbligo di prendersi cura dei propri dipendenti. Quando un lavoratore viene inviato in trasferta –soprattutto all’estero – è compito dell’azienda fare tutto quanto in suo potere per garantire che sia informato, preparato, protetto.

Questo obbligo si traduce in una serie di azioni concrete: analisi preventiva del Paese di destinazione, valutazione dei rischi specifici (sanitari, politici, ambientali), predisposizione di piani di emergenza, coperture assicurative adeguate, accesso a canali di supporto 24 ore su 24. È fondamentale fornire ai dipendenti non solo strumenti tecnologici (app di tracciamento, contatti di emergenza), ma anche formazione pratica su come comportarsi in situazioni critiche, dall’evacuazione d’urgenza alla semplice gestione dello stress in contesti ostili.

La mancata adozione di misure adeguate può tradursi in gravi conseguenze legali per l’azienda. In caso di incidente, infatti, l’impresa potrebbe essere ritenuta responsabile per negligenza, con danni economici e reputazionali potenzialmente devastanti.

Verso una cultura della sicurezza consapevole

Investire nella Travel Security non significa semplicemente una spesa, ma, al contrario, rappresenta una scelta strategica, parte integrante di una moderna cultura aziendale basata sulla responsabilità, la prevenzione e il benessere del personale.

Quando i dipendenti sanno di poter contare su un sistema solido di tutela, si sentono più sicuri, motivati e disposti ad affrontare anche incarichi complessi in contesti difficili. Questo si traduce in un ritorno concreto in termini di efficienza, continuità operativa e fidelizzazione del capitale umano.

Le imprese che sviluppano programmi avanzati di Travel Security dimostrano di essere mature, etiche e lungimiranti. In molti casi, si avvalgono del supporto di società di consulenza specializzate, capaci di fornire valutazioni aggiornate, piani di gestione del rischio personalizzati e soluzioni tecnologiche integrate. Sempre più spesso, questi programmi si intersecano anche con le politiche ESG, poiché la tutela delle persone rappresenta un parametro fondamentale nella valutazione della sostenibilità aziendale.

In definitiva, la Travel Security non è solo una questione di “sicurezza in viaggio”, ma una leva strategica per proteggere il valore più importante di ogni organizzazione: le persone. Trattarla con superficialità significa esporre sé stessi e l’azienda a rischi inutili. Affrontarla con serietà e metodo significa costruire un ambiente lavorativo più sicuro, responsabile e pronto ad affrontare le sfide di un mondo in continuo movimento.

Autore:

Luca Marchesi

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